domenica 10 maggio 2015

LA FENICE IN ESOTERISMO ED IN ALCHIMIA

L‘identificazione della fenice con l‘anima,  già da ricercarsi in Egitto, permase nel mondo classico: Esiodo parla di 927 anni di vita della fenice, che indicano il periodo che l‘anima deve attendere prima di potersi reincarnare. Il mistero della fenice si legava così anche alla dottrina orfico-pitagorica della metempsicosi. 

Sempre restando in ambito più esoterico, in uno dei testi gnostici ritrovati a Nag Hammadi,  l‘ Origine del Mondo, si parla delle tre fenici: quella eterna, quella che vive mille anni e quella che sarà consumata, relazionandole ai battesimi pneumatico, di fuoco e di acqua. Si scandisce cioè la conversione tramite le fasi del rinnovamento della fenice: immersione nell‘acqua, incendio nel fuoco e rinascita. Come la fenice, lo gnostico farà ritorno alla sua vera patria. 
 
La Fenice ha anche essa attinenza col fuoco, perché, come si sa, ha il potere di rinascere dalle proprie ceneri. In alchimia essa è «uccello colorato con tutti i colori della Grande Opera» (Fulcanelli, Le Dimore Filosofali, Roma 1973), sui quali predomina il rosso porpora, in greco Phoinix.  
E‘ il simbolo della rigenerazione e dell'eterno ritorno, e l‘uovo della Fenice è l‘uovo filosofico, e del compimento della Trasmutazione Alchemica - processo Misterico equivalente alla rigenerazione umana ("Fenice" era il nome dato dagli alchimisti alla pietra filosofale). 

Rappresenta la produzione di sostanze nuove tramite la metamorfosi della materia prima, per giungere alla pietra filosofale. E‘ dunque la fase finale dell‘Opera, ovvero la spiritualizzazione completa. Nelle Nozze Chimiche di Christian Rosenkreutz, testo rosa- crociano, il serpente compare sotto forma di drago, il Re nero, che deve essere decapitato e cotto con altri metalli dentro l‘uovo filosofico, da cui nascerà poi l‘uccello miracoloso: l‘araba fenice? 
In generale, possiamo dire che la fenice riunisce in sè tutti gli opposti: origine – fine, vita-morte, maschio-femmina (a volte si sottolinea il suo carattere androgino), ed anche, seguendo quanto dice Ovidio, Sole e Luna, perché è negli Elisi che spiega le sue ali. El, il sole, ed Isi, la luna, a rappresentare la compenetrazione dei due Luminari in una sintesi che vuol dire conquista dell‘immortalità e Sapienza suprema. 
E‘ il Fuoco Spirituale che purifica, o, in ambito orientale, la necessità della reincarnazione per l‘evoluzione dell‘umanità.  
Ma la Fenice è anche l‘Iniziato che, al contrario del serpente (ricordate, colui che sempre combatte) che si riveste di continuo della sua pelle terrena, non è più legato alla materia, e che, attraverso l‘autosacrificio, muore continuamente a sé stesso, ai suoi egoismi ed alle inutili ―personalizzazioni‖,  per raggiungere la Verità Suprema, superando le mutevoli e molteplici forme rappresentate proprio dalle spire del serpente. Per questo, forse, l‘accostamento della fenice alla divinità messicana Quetzalcoatl (quetzal=uccello e coatl=serpente) non sembra così azzardata per alcuni studiosi: egli non è né materia né spirito, ha superato tale dicotomia. 

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